Nell’ultima seduta, il Consiglio Direttivo della Camera penale di Bari, presieduto dal Marisa Savino e composto da Filippo Castellaneta, Domenico Di Ciaula, Luca Italiano, Mario Colaleo, Filippo Bottalico, Eugenio Cavalcanti, Angelo Gentile, Antonio Fatone, Maria Agneta e Pasqua Facciolongo, ha attribuito le cariche dell’Ufficio di presidenza. Sul tavolo la questione dell’edilizia giudiziaria, appesantita da una nuova criticitĂ  per via dei ritardi nelle operazioni di trasloco nella seconda torre, dove si trasferiranno la Corte di Assise e il Tribunale di Sorveglianza.

Un Consiglio Direttivo che ha giĂ  parecchio da fare. E’ quello della Camera penale di Bari, presieduto da Marisa Savino, eletta lo scorso maggio insieme a Filippo Castellaneta, Domenico Di Ciaula, Luca Italiano,
Mario Colaleo, Filippo Bottalico, Eugenio Cavalcanti, Angelo Gentile, Antonio Fatone, Maria Agneta e Pasqua Facciolongo.

Nell’ultima seduta sono state assegnate le cariche dell’Ufficio di presidenza della Camera penale di Bari, così ripartite:

  • Presidente: Marisa Savino;
  • Vicepresidente: Filippo Castellaneta;
  • Segretario: Domenico Di Ciaula;
  • Tesoriere: Luca Italiano;
  • Responsabile della scuola territoriale: Marisa Savino;
  • Presidente del centro studi giuridici: Egidio Sarno.

Inoltre, sono stati organizzati commissioni e osservatori che, coordinati da uno o piĂą componenti del direttivo, si occuperanno di affrontare tematiche specifiche da sottoporre al Consiglio.

In una nota, i rappresentanti della Camera penale di Bari sottolineano: “Una delegazione ha avuto accesso ai primi quattro piani della seconda torre (oltre non si può andare). Si è potuto, così, constatare che siamo al cospetto di un cantiere ancora aperto e tutt’altro che prossimo alla chiusura. Lo stato dei luoghi fa temere che il temporaneo disagio sofferto principalmente dagli avvocati penalisti e dai loro assistiti, in relazione al blocco delle attivitĂ  connesse all’avvenuta notifica degli avvisi di conclusione delle indagini e delle richieste di archiviazione, potrebbe sfociare in un vero e proprio pregiudizio”.

“Al di lĂ  dei problemi connessi alla natura della struttura – prosegue la nota – che ospiterĂ  uffici ed aule del Tribunale di Sorveglianza, è emersa una fortissima preoccupazione in relazione alla mancata realizzazione, a tutt’oggi, delle celle di sicurezza, che dovrebbero essere allocate nei piani interrati del palazzo e che dovrebbero consentire, in tutta sicurezza, la traduzione dei detenuti e la loro partecipazione alle udienze. Il gravissimo ritardo con il quale si sta procedendo nella realizzazione delle opere di predisposizione delle celle di sicurezza, determina una profonda incertezza sull’effettivitĂ  della tempistica del trasferimento e soprattutto sulla possibilitĂ  di celebrare le udienze, nel rispetto del sacrosanto diritto del detenuto a parteciparvi personalmente. Questo rimane e deve rimanere il punto fermo, ineludibile e insopprimibile in ogni questione che riguardi la giustizia penale. La tutela della libertĂ  personale – concludono -, in ogni forma nella quale essa si esprima, costituisce un irrinunciabile valore di rango costituzionale, rispetto al quale la Camera penale è e sarĂ  sempre assolutamente intransigente“.

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