L’importanza del diritto sociale ai tempi della pandemia, della guerra e dell’inflazione che galoppa. E’ questo il senso dell’incontro dal titolo “Il sostegno al reddito per le persone e per le famiglie”, organizzato da Apab, associazione previdenzialisti e assistenzialisti baresi, presieduta dall’avvocato Carla Marinaci. Alla sessione finale di ieri ha partecipato il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico.

Un corso che si è sviluppato in quattro sessioni, l’ultima ieri con le relazioni della docente universitaria Madia D’Onghia, del giudice Vincenzo Tedesco e del presidente Inps, Pasquale Tridico, con la moderazione dell’avvocato Attilio Triggiani. Il corso ha ricevuto il patrocinio dell’Inps, dell’Inail, del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati e dell’Università di Bari, con il comitato scientifico composto da Carla Marinaci, la giudice Lilli Arbore e la docente Stella Laforgia.

Spiega Carla Marinaci: «Un corso che si è reso necessario per le criticità che la nostra società vive. L’accesso alla Giustizia, in particolare, non è sempre semplice e, il più delle volte per ragioni economiche, sempre più cittadini vi rinunciano. Ecco perché è stato così importante per gli avvocati baresi che si occupano del tema, sensibilizzare, formare e aggiornare, colleghi e addetti ai lavori».

Ospite d’onore dell’ultimo appuntamento il presidente Inps, Pasquale Tridico, che afferma: «La difesa dei diritti sociali è il pilastro di una società evoluta e democratica, in cui strumenti di contrasto alla povertà sono fondamentali per lo sviluppo, come dimostra la loro presenza consolidata in tutti i paesi più avanzati.

Il Reddito di cittadinanza, introdotto in Italia solo nel 2019, ha affrontato il problema secondo i principi di un welfare universalistico e non categoriale, cosa che ha permesso di raggiungere e sostenere nel pieno dell’emergenza Covid, oltre 4 milioni di poveri. L’attuale riforma del reddito, al contrario, è categoriale e discriminatoria, considera la povertà in base a età, disabilità o numero di figli, mentre la povertà è condizione che dipende da ulteriori e complessi fattori, come dimostra il fatto che esistono nel nostro Paese moltissimi lavoratori poveri.

Il precariato, e non i sussidi – conclude Tridico -, è il vero problema dell’Italia, il cui mercato del lavoro è malato di bassi salari, flessibilità spuria e lavoro nero. Rischiamo così di condannarci a un futuro di spesa pubblica crescente destinata a un numero sempre maggiore di poveri e pensionati poveri».

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