Gran finale della stagione per l’Autunno dell’Agìmus, a Mola di Bari. Giovedì 8 dicembre, alle 19.30 al teatro van Westerhout, si esibirà il noto pianista coreano, Jae Hong Park, con un recital promosso e sostenuto anche dalla Fondazione Puglia.
È il momento della star in assoluto per l’Autunno dell’Agìmus di Mola di Bari, che per la chiusura di stagione giovedì 8 dicembre, alle ore 19.30, nel Teatro van Westerhout, ospita il pianista coreano Jae Hong Park per un recital evento sostenuto da Fondazione Puglia.
Lo scorso anno Jae Hong Park ha trionfato al prestigioso Premio Busoni, tra le più longeve competizioni musicali al mondo, dove in passato si sono affermati Alfred Brendel, Martha Argerich, Jörg Demus, Louis Lortie, Lilya Zilberstein e Garrick Ohlsson, per citare alcuni giganti degli ottantotto tasti. Ma il ventiduenne pianista asiatico ha già collezionato moli altri premi nei maggiori concorsi internazionali, e sin dalla tenera età. Oltre al Busoni, nella bacheca di Jae Hong Park figurano, infatti, il Premio Gina Bachauer al Concorso di Cleveland e l’Arthur Rubinstein Piano Competition. Esibitosi nelle maggiori sale da concerto del mondo, Jae Hong Park propone un recital interamente dedicato al repertorio romantico e tardo romantico. Il concerto si aprirà proprio con un frammento tipicamente romantico: un rondò schumanniano, l’Arabeske in do maggiore op. 18, dal tema elegante e fantasioso come un ghirigoro mediorientale. Composta nel 1838 e pubblicata nel 1839, questa pagina venne definita dal suo autore, un po’ spietatamente, «debole e per signore», rappresentazione che, tuttavia, non rende giustizia a questa composizione, molto amata dai pianisti perché non difficile da eseguire, elegante e di sicuro effetto. Il recital proseguirà con una creazione più estesa e strutturata, e sempre nel segno di Schumann, con l’esecuzione della Prima Sonata, creazione dedicata alla moglie Clara. Quindi, il fresco vincitore del premio Busoni toccherà l’universo di Skrjabin con la Terza Sonata, che nelle intenzioni dell’autore esprime il passaggio dell’anima attraverso la sofferenza, la lotta e il piacere, mentre nella tempesta si leva la voce dell’Uomo-Dio o dell’Uomo-Creatore. Si tratta di una composizione in quattro movimenti scritta pochi anni prima dell’inizio del XX secolo e registrata dallo stesso Skrjabin nel 1912 su rotoli di pianoforte per la Hupfeld-Phonola, un produttore tedesco di pianole.
In chiusura il pianista coreano si addentrerà nel tardo Ottocento con César Franck, il cui celebre Preludio, Corale e Fuga rimanda sin nel titolo alle forme del periodo barocco tanto care al suo autore. L’opera, datata 1884, è un autentico capolavoro musicale sia dal punto di vista formale e compositivo, sia per forza suggestiva ed espressiva.