Dal 13 al 27 marzo a Modugno, nella sala multimediale del Palazzo Santa Croce, si terrà la mostra organizzata dalla sezione locale della Fidapa, guidata dall’avvocata Lella Ruccia, e dedicata alla pittrice Maria Trentadue (Modugno 1893 – 1977). La manifestazione chiuderà le celebrazioni per i mille anni della città.

“Maria Trentadue. Donna millenaria” è il titolo della mostra che partirà lunedì prossimo alle 17 con un vernissage. L’iniziativa si inserisce nel percorso culturale “Donne Millenarie” realizzato dalla sezione locale della Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari di Modugno, presieduta dall’avvocata Lella Ruccia.

Con il patrocinio del Comune di Modugno e dell’Assessorato alla Cultura, prende il via la mostra di pittura dedicata a Maria Trentadue, artista riconosciuta come espressione dell’arte naìf e di cui già la Pinacoteca di Bari custodisce la collezione di ben 50 opere. Le sue opere sono state oggetto di altre mostre, ultima tra queste quella curata nel 2020 per Spazio MURAT da Melissa Destino (Bari, 1984), curatrice indipendente e dottoranda presso il Dipartimento di Teoria dell’Arte e Studi Culturali dell’Accademia di Belle Arti di Vienna, con formazione in arte contemporanea, design, fotografia e curatela. In questa esposizione la Destino è critica d’arte. La curatrice di questa mostra di opere inedite è Grazia Donatelli. Maria Trentadue, con il suo tratto e i suoi colori interrompeva la linea della realtà in una “ecologia della festa“, una visione di cui si sente anche oggi la necessità di vivere ogni istante della propria vita, con la leggerezza dei sentimenti meno grevi e tristi. Per il Millennio della città di Modugno, la Fidapa ha fatto un lavoro di ricerca nelle collezioni private arrivando a recuperare ben due Ogive che l’artista modugnese ha dipinto e che costituiscono le sue opere più ricercate.

L’operazione di recupero delle opere costituisce uno dei passaggi importanti per valorizzare il tessuto culturale e sociale della città, che si riscopre ricco di talenti e di storia artistica, in questo caso al femminile. Una figura considerata minore e al tempo emarginata, come spesso accadeva, ma che invece è stata apprezzata da subito da un altro personaggio modenese importante, Tommaso Di Ciaula, dalla cui collezione privata, conservata dal figlio Davide, provengono molti pezzi, tra cui alcuni unici e non catalogati nelle precedenti edizioni. La mostra potrà essere occasione nelle mattinate settimanali di essere visitata dalle scolaresche che vi potranno aderire. Nell’ultima giornata del 27 marzo è prevista una rappresentazione teatrale incentrata sulle figure femminili storiche della città.

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