Riprendono le attività dell’associazione “Fermi con le mani” di Bari con l’incontro in diretta streaming, che si terrà giovedì 29 settembre alle 19.30 anche sui nostri canali, dal titolo “Paura della divisa: tabù, sospetti e false credenze”. La presidente Tiziana Cecere: “Fragile e sottile il confine tra dovere e abuso di potere”.
Il prossimo 29 settembre ricominciano le attività dell’associazione barese “Fermi con le mani”, che opera su tutto il territorio nazionale a contrasto di ogni forma di violenza, con un appuntamento in diretta streaming (anche sulla nostra pagina), su un tema quanto mai attuale, purtroppo. Titolo dell’iniziativa è “Paura della divisa: tabù, sospetti e false credenze”, un tema quanto mai attuale e scottante che verrà affrontato dal punto di vista giuridico, criminologico e psicosociale, dagli esperti dell’associazione con un ospite d’eccezione: il dottor Gianluca Venneri, criminalista e membro del reparto Investigazioni scientifiche dell’arma dei Carabinieri.
Saranno la presidente Tiziana Cecere e i soci fondatori, lo psicologo Marco Magliozzi, l’avvocata Serena Zicari e il docente Pierfrancesco Impedovo, ad approfondire il tema: “Le cronache di tutti i giorni, purtroppo – si legge in una nota – ci raccontano spesso di episodi di violenza da parte di rappresentanti delle Forze dell’ordine ma anche solo parlarne è spesso un tabù“. L’approfondimento prende spunto dal controverso episodio di Primavalle, risalente al 25 luglio scorso, che vede protagonista un ragazzo disabile precipitato dal balcone durante un controllo di polizia svolto presso la sua abitazione e in coma da 50 giorni. Per i rappresentanti dell’associazione Fermi con le mani è lecito chiedersi: “Abuso di potere o tragica fatalità? Simili notizie scioccanti campeggiano sistematicamente nelle cronache: le torture nel carcere di Asti e in quello di Sassari, il caso Cucchi, il G8 di Genova, le vicende della caserma di Bolzaneto, solo per citarne alcune. C’è chi parla di mele marce, chi si premura di mettere in luce la lealtà della grande maggioranza degli agenti, chi interviene per ribadire la fiducia dei cittadini negli apparati“.
“Tutte vicende in cui le forze dell’ordine sono finite sotto accusa – interviene la presidente, avvocata Tiziana Cecere – evidenziano la sottile e spesso fragile linea di demarcazione che c’è fra l’abuso di potere e il dovere incombente sugli uomini dello Stato di contenere i rischi, mantenere alta la vigilanza, individuare i migliori strumenti di prevenzione e quelli più efficaci di repressione. L’Italia, sotto questo profilo, ha uno specifico problema: il tema è considerato un tabù. Non esiste una discussione pubblica, aperta, informata, libera sull’operato delle forze dell’ordine. Lo si vede anche in queste ore“.