Dall’iniziativa dell’associazione dei commercianti di Cellamare di riprodurre statuette di Sant’Amatore, una bella storia che racconta di un legame che non si è spezzato nonostante i tanti anni passati per una famiglia emigrata in Venezuela nel 1965.
Non si hanno molte notizie sulla storia di Sant’Amatore, patrono di Cellamare, ma quello che si sa è che il suo culto nasce tra il 1670 e il 1676. Durante il suo pontificato, Clemente X donò all’allora principe di Cellamare e duca di Giovinazzo, Domenico del Giudice, una reliquia del santo conservata tutt’oggi nella Chiesa Matrice Santa Maria Annunziata in un reliquiario, prima in ebano (1957) ora in ottone.
Da generazioni, i cellamaresi sono devoti al patrono e grazie al contributo degli emigrati, Sant’Amatore risiede su un’elegante simulacro ligneo alla sinistra dell’altare maggiore ricoperto da un’artistica cotta e stola in lamina d’argento e realizzato nella prima metà del XX secolo in una delle botteghe di Ortisei. Da qui l’iniziativa dell’Associazione Commercio a Cellamare, presieduta da Sabrina Vitalini e con Roberto Iamotti responsabile comunicazione, di avviare una produzione artigianale della statuetta, nella dimensione di 30 centimetri di altezza. “Dopo la riproduzione in 3D – fanno sapere dall’associazione – tratta dalla statua in cartapesta presente nell’edicola sacra di via Roma, dopo attente e accurate ricerche delle resine per il calco, per i materiali di riproduzione la valutazione di un maestro artigiano realizzatore di statue sacre e la competenza artistica della pittrice e decoratrice Angela Campanella, per i colori più adatti e fedeli all’originale, siamo riusciti a ricreare il primo esemplare della statuetta di Sant’Amatore“.
La prima statuetta prodotta è stata acquistata dai discendenti della famiglia Antonacci, in paese per le vacanze estive, e verrà portata in Venezuela, a Maracaibo. Fu il capostipite Giovanni nel 1965 a partire in cerca di fortuna in Sud America. Dei suoi tre figli Maria, Caterina e Giovanna, proprio la secondogenita, con suo nipote Francesco, ha deciso di portare con sé un pezzo della storia della sua famiglia, oltre che della devozione di una città.