La programmazione delle sale cinematografiche non è libera come si potrebbe pensare e la maggior parte delle strutture non è adeguata per persone con disabilità, limitando così l’accesso. Sono i temi principali di “Tutti al cinema”, convegno che si terrà sabato 20 aprile a Bari, a partire dalle 16 all’AncheCinema.

AncheCinema promuove “Tutti al cinema”, un convegno dedicato all’accessibilità degli spazi e dei contenuti cinematografici e artistici, che vedrà il coinvolgimento della ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli, il direttore dell’AncheCinema Andrea Costantino, l’ex delegato all’accessibilità della Città Metropolitana di Bari Vito Spadavecchia, Antonio Giampietro, garante delle persone con disabilità e la prof.ssa Augusta Speziga, rappresentante dell’associazione A.M.A.S.I.

L’evento intende indagare il tema dell’accessibilità dei contenuti e degli spazi di fruizione culturale, coinvolgendo chi si batte da anni in favore dell’accessibilità. Il cinema è l’arte più popolare, è industria, è intrattenimento ma nello stesso tempo è cultura. L’accesso alla cultura e all’arte dovrebbe essere agevolato in tutti i modi e, a determinate minime condizioni, come il pagamento di un biglietto, il riconoscimento del diritto d’autore e alcune norme di comportamento in sala, dovrebbe essere garantito a tutti. 

L’accessibilità alla cultura dovrebbe essere agevolata soprattutto per le persone che, per le ragioni più svariate, della cultura hanno più bisogno e hanno più diritto. La cultura, l’istruzione, la sensibilità artistica sono strumenti che consentono di aprire la mente, sono strumenti di liberazione particolarmente importanti per chi potrebbe essere considerato “svantaggiato” dalla società, che in questi strumenti può trovare il proprio riscatto e il proprio potere di incidere sul mondo.

In particolare, l’evento vuole affrontare il tema della libera programmazione da parte delle distribuzioni di cinema. Vuole raccontare la storia del Teatro AncheCinema di Bari che è la sala più accessibile e dinamica del centro di Bari.

Le imposizioni delle distribuzioni cinematografiche sono in contraddizione con il diritto dei 14.000 abitanti per schermo previsti dal Quoziente Obiettivo disciplinato dalla normativa regionale e con i finanziamenti del Ministero della Cultura dedicati alla divulgazione e distribuzione della settima arte. Questa consuetudine, che non è richiamata da una legge, limita, in favore del mercato, il diritto degli spettatori di scegliere un film e una sala e va contro il diritto del direttore di una sala di fare il proprio lavoro al meglio delle sue capacità. 

Le distribuzioni cinematografiche purtroppo non consentono una libera programmazione al Teatro AncheCinema di Bari senza richieste di pagamento di minimi garantiti e obbligo di teniture con programmazione di proiezioni consecutive che contrastano con il riconoscimento Ministeriale di “organismo di programmazione multidisciplinare”.

Già più di 40 associazioni hanno supportato questa iniziativa firmando una lettera di intenti. Tra i sottoscrittori ci sono: A.M.A.S.I., Confindustria Bari e Bat, Club Cultura Confindustria, Seconda Mamma, Comitato Diritti delle Persone con Disabilità per Osservatorio Metropolitano, ZeroBarriere, Rete Civica Murat San Nicola, UECI.

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