Il salario minimo tra interpretazioni normative e applicazioni pratiche sarà al centro del seminario organizzato dalla commissione Lavoro e Previdenza sociale dell’Ordine degli Avvocati di Bari in Tribunale il prossimo 25 ottobre, nella sala delle adunanze al sesto piano dalle 15 alle 18.
Un’iniziativa che si è fatta necessaria dopo le ultime sentenze di legittimità che stanno orientando la giurisprudenza di merito (ad esempio, la sentenza del Tribunale di Bari n. 2720 del 13.10.2023), ribadendo la supremazia dell’articolo 36 della Costituzione sulla giusta retribuzione.
Dopo i saluti del presidente dell’Ordine degli Avvocati di Bari, Salvatore D’Aluiso, a chiarire le questioni giuridiche saranno illustri relatori del calibro del professor Marco Barbieri, avvocato e ordinario di Diritto del Lavoro all’Università di Bari “Aldo Moro”, e del professor Luca Calcaterra, avvocato e ordinario di Diritto del Lavoro all’Università di Napoli “Suor Orsola Benincasa”.
A promuovere l’iniziativa è l’avvocata Federica Romani, consigliera dell’Ordine e coordinatrice della commissione Lavoro e Previdenza Sociale, che spiega le ragioni del seminario: «Alla luce del recente orientamento giurisprudenziale di legittimità e di merito si riafferma la supremazia del precetto costituzionale, con la magistratura che ha dovuto assumersi il compito di determinare la giusta retribuzione. Si evidenzia così – aggiunge Romani – l’opportunità che una legge definisca uno standard minimo retributivo che garantisca a chi lavora di non versare in condizioni di povertà».
Il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Bari, Salvatore D’Aluiso, aggiunge: «Il salario minimo è al centro del dibattito non solo politico ma anche giurisprudenziale. Dal primo momento, questo Consiglio ha inteso promuovere momenti di formazione e aggiornamento professionale, fondamentali per le colleghe e i colleghi per arricchire le proprie competenze e fornire così un servizio migliore ai cittadini che, grazie alla nostra categoria, accedono alla giustizia e tutelano i loro diritti».
