Il Castello di Monopoli propone un nuovo interessante appuntamento con i maestri internazionali del Novecento, ospitando un’affascinante mostra collettiva sul Surrealismo, il sogno e l’inconscio, fino al 25 agosto 2024.

Un’esposizione di opere grafiche originali su carta (in prevalenza litografie, acqueforti, acquetinte), di alcuni importanti maestri che hanno fatto parte – in vario modo e in vari momenti storici – del Surrealismo, il movimento d’avanguardia guidato da André Breton da partire dal 1924.

Tra gli artisti surrealisti presenti in mostra al Castello Carlo V di Monopoli: Hans Bellmer, Salvador Dalì, Max Ernst, Leonor Fini, Wifredo Lam, René Magritte, André Masson, Sebastian Matta e Joan Miró.

Un percorso ideale tra le tematiche più caratteristiche, come appunto quelle legate al sogno e alle pulsioni dell’inconscio, comuni agli artisti aderenti al movimento. Un movimento, quello surrealista, esplicitamente rivoluzionario (e non soltanto dal punto di vista artistico), che ha segnato in maniera profonda l’arte del Novecento per la libertà dei mezzi espressivi utilizzati, tra cui caratteristico è stato l’uso della scrittura automatica, e dei temi affrontati, in primo luogo per quell’impulso a ricercare una realtà oltre quella puramente esteriore, sovvertendo i rapporti convenzionali delle cose.

«L’unicità e la bellezza di questi capolavori saranno visitabili fino a fine estate in un percorso che, sono sicuro, saprà attrarre la curiosità di un pubblico vasto e variegato, dai nostri concittadini ai tantissimi turisti che in questo periodo visitano la nostra città», afferma il sindaco di Monopoli Angelo Annese.

Per l’assessore alla Cultura Rosanna Perricci: «Prosegue l’impegno del nostro Comune per la divulgazione delle principali esperienze che hanno segnato la storia dell’arte. Questo progetto sul Surrealismo ribadisce la vocazione del castello Carlo V di essere spazio di progettualità e visioni, di essere luogo capace di accogliere, anche in questa prossima stagione, i cittadini e i turisti che avranno il piacere di confrontarsi con una pagina fondamentale della storia culturale, visiva ed estetica del XX secolo».

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