La Fondazione Di Vagno ha presentato, ieri nel foyer del teatro Petruzzelli, le iniziative che partiranno dal prossimo autunno per ricordare i cento anni dall’assassinio del politico di Conversano per mano di fascisti.

Conoscere per crescere, imparare per ripensare il presente, vivere seguendo gli ideali dell’antifascismo. Il Centenario della morte di Giuseppe Di Vagno, che la Fondazione omonima assieme al Comitato nazionale si accinge a celebrare, vuole essere più di una commemorazione. Sarà un ponte con le nuove generazioni nei luoghi dello studio e non, attraverso linguaggi molto più vicini a loro come il teatro, la tv, le radio, le graphic novel, i social. Un anno di incontri perché a cento anni dall’assassinio appare necessario aggiornare il bilancio degli studi nazionali e internazionali sulle origini del fascismo, con una proiezione nella contemporaneità. Un anno di eventi, dall’autunno del 2021 a tutto il 2022; una “maratona” storica tra lezioni, seminari, convegni con la partecipazione di studiosi, storici e intellettuali nazionali ed europei, cui seguirà la pubblicazione degli atti in cartaceo e digitale.

La Fondazione Di Vagno si accinge ad onorare la ricorrenza attraverso il “Comitato Nazionale per il Centenario” promosso assieme al Presidente della Regione, ai Sindaci di Città metropolitana, Conversano e Mola di Bari e istituito dal Ministero della Cultura con l’adesione del mondo democratico e antifascista di tutt’Italia. Fanno parte del Comitato nazionale la professoressa Angela Borrelli dirigente del Liceo “Simone- Morea” di Conversano, Antonio Decaro sindaco della Città Metropolitana di Bari e presidente dell’ANCI, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, l’assessora alla città attrattiva (turismo, cultura e marketing territoriale) e gioventù del Comune di Mola di Bari Graziana Loiotine, il sindaco di Conversano Giuseppe Lovascio, l’avvocato Gianvito Mastroleo presidente della Fondazione Di Vagno e Daniela Mazzucca vicepresidente della Fondazione, socia fondatrice della Fondazione e già sindaca della città di Bari. Il coordinamento scientifico è affidato alla professoressa dell’Università “La Sapienza” di Roma Simona Colarizi, e la presidenza dell’avvocato prof. Franco Gallo Presidente emerito della Corte Costituzionale e attuale Presidente dell’Istituto Treccani, Segretario tesoriere infine è Filippo Giannuzzi, segretario generale della Fondazione Di Vagno. Le manifestazioni si terranno tra Bari, Roma, Fratta Polesine, Conversano, Mola di Bari e altre città della Puglia, Vienna addirittura. Si svolgeranno in collaborazione con le Istituzioni e le Fondazioni che rimandano alla medesima tradizione e dunque Casa Museo e Fondazione Matteotti, Fondazione Nenni, Istituto per la Resistenza – Istituto Parri di Milano e la sua rete, ANPI, IPSAIC e altri ancora.

<< Sin dall’inizio – ha affermato Gianvito Mastroleo, presidente della Fondazione Di Vagno – il Centenario Di Vagno è stato concepito come patrimonio condiviso e non come operazione di parte. Per questo è stato costituito un Comitato promotore, composto da Presidente di Regione, sindaco della Città Metropolitana e dai sindaci di Conversano e Mola di Bari, e promosso un Comitato Nazionale presieduto dal prof. Franco Gallo. Insieme, Fondazione Di Vagno e Comitato Nazionale, con l’adesione del mondo democratico e antifascista di tutt’Italia, si accingono a vivere il Centenario come occasione di rievocazione fra Storia e Memoria, consapevoli dell’antico conflitto tra la Storia come conoscenza accertata del passato, e la Memoria come patrimonio di ricordi e immagini e continua rielaborazione di fatti e idee. Tutti assieme, Comitato e Fondazione, intendiamo rendere attuale la lezione democratica che tramanda l’esistenza di Giuseppe Di Vagno barbaramente stroncata>>.

<<Il sostegno della Regione Puglia alla Fondazione e alle celebrazioni del Centenario – ha affermato Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia – non è una cosa retorica non è un evento dovuto, non c’è nessun default che porta a ricordare in maniera stanca e alle volte formale una storia bellissima come quella del Gigante buono. Essere al centro di un momento di caos sociale e politico, come quello che normalmente si verifica ogni volta che c’è una guerra una crisi economica, una pandemia, un sistema che cede il passo ad altro, ecco quelli sono momenti nei quali la vigilanza, l’esserci, l’andare a Mola (Di Vagno sapeva a cosa andava incontro recandosi a quel comizio il 25 settembre 1921) è un rischio, essere dentro i momenti di snodo è un rischio. La democrazia è enormemente faticosa>>.

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