Il Traetta Opera Festival esplora uno dei miti più famosi dell’antica Grecia con «Odisseo senza mare» in programma venerdì 1 novembre (ore 20.30) nel Teatro Comunale di Bitonto. Uno studio del regista e drammaturgo svizzero, Flavio Stroppini, frutto di una residenza artistica nella città pugliese promossa in una coproduzione internazionale tra Traetta Opera Festival, Epos Teatro e Nucleo Meccanico. Il progetto nasce dallo spettacolo «site specific» dal titolo «Il mio nome è Odisseo» presentato a Cala Paura (Polignano a Mare) con la messa in scena di Maurizio Pellegrini. E ora lo stesso Pellegrini è protagonista di «Odisseo senza mare» realizzato con i «live electronics» di Gabriele Cavallo e l’assistenza alla produzione di Vito Antonacci.  Un progetto che tra nove mesi, annuncia Stroppini, diventerà uno spettacolo che vivrà tra la Puglia e le Alpi elvetiche.

«Finalmente incontro i miei compagni di viaggio sul palco dopo un anno di appunti, fogli sparsi e idee, mentre metto ordine sul tavolo tra una passeggiata e l’altra lungo le strade di Bitonto», racconta Stroppini, che con i soldali del progetto da cercando di trasformare «una sagoma nella nebbia in un’isola nella quale approdare».

Come chiarisce il titolo stesso, «Odisseo senza mare» parla di ciò che accade al di fuori dell’«Odissea», e cioè quando Ulisse-Odisseo, dopo il ritorno ad Itaca, torna a viaggiare «fino a giungere presso popoli che non conoscono i remi e i viaggi per mare». Così dice la profezia di Tiresia, incontrato da Odisseo nel regno dei morti. «Ma nell’Odissea fuori dall’Odissea – spiega Stroppini – non potevo avere Odisseo, ma tanti Odisseo. E volevo che fossero di età diverse, di tempi diversi, ognuno con le sue guerre, i suoi mostri, i suoi viaggi, il suo destino. Ognuno con la sua vita».

Così sono nate e le voci e le storie di questo particolare progetto, un momento nel quale incontrarsi e osservare la costruzione di uno spettacolo, tra le idee della messa in scena, le maree sonore e le prime storie. Che poi sono storie riprese dalla vita reale, trovate sui quotidiani, negli archivi, in piccoli cimiteri di montagna e persino al Polo Nord. Voci di multipli Odisseo nello spazio e nel tempo: voci che potrebbero essere quelle dei marinai perduti da Odisseo nel suo viaggio.

Nel regno dei morti, Tiresia profetizzava a Odisseo che avrebbe avuto pace solo con un incontro particolare. E che solo in quel momento avrebbe potuto finalmente tornare a casa. «Allora – racconta ancora Stroppini – ho subito pensato a un incontro con Conrad Gessner, fondatore attorno al 1500 della biologia moderna, autore della “Historiae animalium”, un’opera enciclopedica di 4.500 pagine che contiene numerose illustrazioni. Oltre agli animali conosciuti, Gessner inserì dei draghi, che diceva di avere visto sulle Alpi. Era lui che Odisseo doveva incontrare. Un uomo di scienza invaso da visioni di mostri».

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