L’obiettivo è sostenere la capacità genitoriale e prevenire la vulnerabilità delle famiglie. E’ il progetto Pippi 11 del Comune di Bari che sarà attuato dalla cooperativa Gea, grazie a fondi Pnrr impiegati per il potenziamento e l’ampliamento del programma. L’assessora al Welfare, Francesca Bottalico: “Un programma di interventi integrato, con una serie di attività che consolidano i migliori modelli educativi realizzati in questi anni nella città di Bari”. La presidente di Gea, Grazia Vulpis: “Ogni genitore, se sostenuto e compreso nelle sue fragilità, è sempre la cosa migliore per quel bambino”.
I fondi del PNRR sono stati impiegati per il potenziamento e l’ampliamento del programma PIPPI mirato, sin dalla sua prima sperimentazione, a ridurre il rischio di maltrattamento e il conseguente allontanamento dei minori dal nucleo d’origine attraverso la prevenzione e la cura della famiglia secondo una progettazione fondata sui bisogni dei bambini, con l’obiettivo di tutelarne la serenità e migliorare la qualità della loro crescita.
Il programma sarà gestito dall’ATI tra le cooperative sociali Gea e Progetto Città, vincitrici del bando pubblico, con il coordinamento dell’assessorato al Welfare, in collaborazione con i 5 Municipi e in rete con i consultori familiari, i servizi di Neuropsichiatria infanzia e adolescenza Bari, il distretto socio-sanitario, i Centri servizi per le famiglie, le scuole, i centri diurni socio-educativi e le agenzie educative territoriali. Obiettivo primario del programma è quello di aumentare la sicurezza dei bambini e migliorare la qualità del loro sviluppo: le azioni previste saranno rivolte perciò sia al sostegno individuale delle famiglie e dei minori sia alla più ampia comunità territoriale attraverso un lavoro di rete.
Il programma degli interventi si articola perciò in diverse azioni:
· educativa domiciliare in casa e nel nucleo familiare attraverso educatori dedicati;
· gruppi parola e sostegno tra genitori, tra adolescenti e tra bambini con il supporto di psicologi ed educatori;
· attività di raccordo, mediazione e alleanza tra scuola, famiglia e servizi territoriali;
· formazione e creazione di famiglie di appoggio/famiglia solidale che accompagneranno le famiglie vulnerabili nella quotidianità in un’ottica di supporto e mutuo aiuto;
· percorsi educativi e laboratoriali attraverso strumenti educativi quali la musica e la narrazione biografica.
Il programma ha una durata triennale, con un impegno di spesa medio di 70 mila euro l’anno. In queste settimane è stata avviata la fase di individuazione delle famiglie beneficiarie attraverso un lavoro di pre-assestment nei territori.
In relazione ai percorsi educativi e laboratoriali, in particolare, saranno avviate esperienze di orchestre sociali secondo il modello dell’associazione MusicaInGioco (ispirata a “El Sistema” fondato in Venezuela da A.J. Abreu), con la direzione del maestro Andrea Gargiulo, in favore di 50 bambini e bambine (6-13 anni) segnalati dai servizi sociali e dai servizi territoriali.
L’assessora la Welfare, Francesca Bottalico: “Un programma di interventi integrato, con una serie di attività che consolidano i migliori modelli educativi realizzati in questi anni nella città di Bari, dall’assistenza domiciliare, ai gruppi di parola, al sostengo sociale e psicologico rivolto alle famiglie più vulnerabili per prevenire situazioni di disagio e maltrattamento. Un progetto importante, che per i prossimi tre anni coinvolgerà circa 100 persone, fra minori e adulti, sviluppandosi in rete con i Municipi, le scuole, la Asl e i servizi del territorio“.
“Abbiamo rimodulato il progetto PIPPI, che viene da 10 anni di sperimentazione, inserendolo nella nuova progettualità PNRR – ha spiegato la presidente della cooperativa Gea, Grazia Vulpis -, tenendo ferma l’idea che ogni famiglia è adeguata: ogni genitore, se sostenuto e compreso nelle sue fragilità, è sempre la cosa migliore per quel bambino. La famiglia, tranne in casi di estrema violenza e di abusi, rappresenta comunque il presidio migliore per un bambino. Abbiamo creato una serie di eventi in funzione di bambini e genitori come il PIPPI camp, una due giorni in una masseria con giochi organizzati“.
“Le orchestre sociali sono entrate all’interno di questo progetto come dispositivo aggiuntivo per combattere la povertà culturale e come sperimentazione nazionale – ha spiegato Andrea Gargiulo -. L’Università di Padova, insieme al Ministero, ha ritenuto di affidare in via sperimentale il progetto “Musica in gioco” che, forte di anni di ricerca scientifica, testimonia come l’approccio di tipo inclusivo e la didattica reticolare favoriscano nei minori gli atteggiamenti pro-sociali e il miglioramento delle capacità logico-matematiche, la memoria a lungo termine e, in aggiunta, il controllo dell’iperattività“.
“Puntiamo molto sullo strumento delle orchestre sociali per l’inclusione e l’avvicinamento di tante famiglie – ha proseguito Samantha Faccilongo -. Quest’anno, inoltre, è partita anche l’educativa domiciliare sperimentale che prevede un supporto maggiore alle famiglie, con un educatore professionale che affianca gli adulti nelle attività quotidiane portandoli ad essere sempre più presenti nella vita dei propri figli“.