Ieri ho partecipato ad un convegno all’Università di Bari dal titolo “Riqualificare efficientando” sul tema della riqualificazione degli edifici.
E’ noto che gli edifici più energivori siano proprio quelli pubblici a causa della vetustà e della difficoltà di intervento. Allora, bene ha fatto l’Università di Bari ad intraprendere questo percorso, certo non libero di ostacoli di diverso genere, finalizzato al recupero, in molti casi, di palazzi interi.
Nel corso dell’iniziativa si sono succeduti diversi relatori, tutti di grande interesse, che hanno approcciato la tematica della riqualificazione, soprattutto in chiave energetica, dal proprio punto di vista o semplicemente competenza.
A cominciare proprio dal Rettore, Antonio Uricchio, che ha sottolineato l’importanza di raggiungere due obiettivi ben definiti: “Il patrimonio edilizio dell’Università è esteso e complesso, con una superficie totale di oltre 430.000 mq, e conta 54 edifici a Bari e 18 tra dipartimenti e aziende agricole su Valenzano. Al fine di valorizzarlo, subito dopo il suo censimento, l’Università si è dotata di una programmazione triennale degli interventi edilizi, mirata a garantire il costante adeguamento degli edifici agli standard di sicurezza ma anche alla progressiva riduzione dei costi energetici. Negli ultimi due anni sono stati ottenuti e rinnovati i Certificati di Prevenzione Incendi e sono stati sottoposti a periodici controlli ai fini antincendio ed igienico sanitari. Per obiettivo finale si intende rimodernare e gestire in modo economico e sostenibile, dal punto di vista ambientale, il patrimonio immobiliare universitario. Qualità e sicurezza delle strutture al servizio degli utenti”.
La mia idea sul tema non ha carattere squisitamente tecnico, non essendolo io stesso, ma nasce dall’evidenza di una necessità. Quella di riqualificare dal punto di vista energetico gli edifici, che siano pubblici o provati non fa differenza, non è una libera scelta. E’ una necessità con diversi risvolti positivi. Penso innanzitutto alle ricadute sui benefici ambientali ma anche alla maggiore sicurezza di coloro che vivono e lavorano in questi stabili. Infine, vantaggio non da poco, anche un’ulteriore spinta ad un settore, quello dell’edilizia, così importante per l’economia del territorio e che, dopo dieci anni, sembra dare timidi segnali di ripresa.
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